Prodotti pericolosi, oltre 2000 casi nel 2013

Oltre 2000 provvedimenti adottati lo scorso anno, un quarto dei quali relativi all’abbigliamento, più del 60% riguardano prodotti provenienti dalla Cina.

E’ il bilancio dell’attività di RAPEX nel 2013, il sistema UE di informazione rapida sui prodotti pericolosi che da 10 anni tutela i consumatori dai prodotti non sicuri diversi dai prodotti alimentari.

Il ruolo di RAPEX è diffondere rapidamente le informazioni sui prodotti potenzialmente pericolosi e assicurare un intervento correttivo a livello nazionale. Ne conseguono l’immediata identificazione e la rimozione tempestiva dai mercati dell’UE dei prodotti che presentano un pericolo per i consumatori.

Sono soprattutto il settore dell’abbigliamento (indumenti, prodotti tessili, articoli di moda) e dei giocattoli (entrambe con il 25%) le due principali categorie di prodotti che hanno impegnato il RAPEX a interventi correttivi. Tra i rischi segnalati con maggior frequenza i rischi chimici, di strangolamento, di lesioni e di soffocamento.

Mentre è soprattutto dalla Cina il maggior numero di prodotti che scatenano le notifiche. L’anno scorso il 64% del numero totale di notifiche riguardava prodotti pericolosi provenienti proprio dal paese asiatico. Un dato che ha spinto l’Unione Europea ha avviare rapporti bilaterali con la Cina per informare e sensibilizzare i produttori cinesi sui requisiti da rispettare.

In calo invece le segnalazioni di prodotti non a norma fabbricati in UE, inclusi quelli italiani passati dal 3% del 2012 al 2% dello scorso anno (da 49 a 42 casi). Per quanto riguarda il nostro Paese, sono quasi raddoppiate le segnalazioni di merci a rischio, passate da 54 a 112 (circa il 4,7% del totale UEe), a cui ci sono seguite 34 reazioni da parte degli altri paesi europei. I paesi che hanno fatto più segnalazioni, precisa il rapporto, sono stati Ungheria (12%), Germania e Spagna (11%), Bulgaria (8%) e Gran Bretagna (6%).

In Italia, il punto di contatto nazionale RAPEX è istituito presso il Ministero dello Sviluppo economico.

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