Tassazione equa: la Commissione propone nuovi strumenti per contrastare la frode dell’IVA

La Commissione europea ha presentato nuovi strumenti per rendere più resistente alla frode il sistema dell’imposta sul valore aggiunto (IVA) dell’UE e colmare le lacune che possono portare a frodi dell’IVA su vasta scala.

Le nuove norme mirano a instaurare un clima di fiducia tra gli Stati membri, in modo che possano scambiare più informazioni e promuovere la cooperazione fra le autorità fiscali e le autorità di contrasto nazionali.

Secondo le stime più caute, le frodi dell’IVA possono comportare perdite di gettito superiori a 50 miliardi di EUR all’anno per gli Stati membri dell’UE, risorse che dovrebbero essere utilizzate per investimenti pubblici in ospedali, scuole e strade. Le rivelazioni dei Paradise Papers hanno mostrato ancora una volta come i meccanismi di elusione fiscale possono essere utilizzati da individui facoltosi e società per eludere le norme UE sull’IVA ed evitare di pagare la giusta quota di tasse. Secondo relazioni recenti, i meccanismi di frode ai danni dell’IVA possono essere utilizzati per finanziare organizzazioni criminali, anche terroristiche.

Le proposte odierne consentirebbero agli Stati membri di intensificare lo scambio di informazioni pertinenti e la cooperazione nella lotta a queste attività.

Valdis Dombrovskis, Vicepresidente responsabile per l’Euro e il dialogo sociale, ha dichiarato: “La frode transfrontaliera dell’IVA è una delle principali cause della perdita di entrate per i bilanci degli Stati membri e dell’UE. La proposta di oggi contribuirà a rafforzare la cooperazione tra le istituzioni che operano a livello nazionale e a livello dell’UE al fine di affrontare efficacemente questo problema e migliorare la riscossione delle imposte.

Pierre Moscovici, Commissario per gli Affari economici e finanziari, la fiscalità e le dogane, ha dichiarato: “I Paradise Papers hanno mostrato ancora una volta come alcuni traggano vantaggio da un’applicazione permissiva delle norme UE sull’IVA per pagare impunemente meno tasse di altri. Sappiamo anche che le frodi dell’IVA possono essere una fonte di finanziamento per atti criminali, compreso il terrorismo. Per contrastare tutto questo è necessaria una condivisione delle informazioni molto più efficace di quella attualmente esistente fra le autorità nazionali competenti e le proposte odierne la renderanno possibile. Ad esempio, la rete dell’UE di esperti antifrode Eurofisc avrà accesso ai dati di immatricolazione dei veicoli degli altri Stati membri e contribuirà così a eliminare un’importante fonte di frodi dell’IVA connesse alle vendite di auto nuove e usate.

È vero che le autorità fiscali degli Stati membri si scambiano già alcune informazioni sulle imprese e sulle vendite transfrontaliere, ma tale cooperazione è basata principalmente sul trattamento manuale delle informazioni. Allo stesso tempo, le informazioni sull’IVA e le informazioni riservate sui gruppi organizzati coinvolti nei casi più gravi di frodi dell’IVA non sono sistematicamente condivise con gli organismi di contrasto dell’UE. Infine, la mancanza di coordinamento investigativo fra le amministrazioni fiscali e le autorità di contrasto a livello nazionale e dell’UE ha come conseguenza il fatto che questa attività criminale in continua evoluzione non è attualmente tracciata e affrontata con sufficiente rapidità.

Le proposte odierne rafforzerebbero la cooperazione tra gli Stati membri permettendo loro di contrastare la frode dell’IVA con maggiore rapidità ed efficacia, anche nel caso delle frodi online. Nel complesso, le proposte potenzierebbero considerevolmente la nostra capacità di tracciare e bloccare truffatori e criminali che sottraggono entrate fiscali a loro vantaggio.

Info: https://ec.europa.eu/italy/news/20171130_Ue_tassazione_equa_contro_frode_dell_IVA_it

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